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9.06 – 30.06.2018

The Universe Makers
di Bianca Salvo

 

 

mostra e testo a cura di Federica Landi

L’ARCHIVIO E’ UN SOLO OCCHIO

Scrivere la storia della civiltà Occidentale è un affare da superpotenze. E’ un copione ricco di miti e di conquiste e le grandi battaglie contemporanee -lo sanno bene gli americani- si combattono a suon di immagini. In seguito ai conflitti mondiali era chiaro sia alla Russia che all’America che la nuova sfida si sarebbe dovuta compiere là fuori, oltre lo spazio conosciuto, su un pianeta fantasticato dall’uomo di tutti i tempi. Servivano non solo scienziati temerari, matematici raffinati, ingegneri e fisici che potessero spingere la tecnologia oltre i limiti gravitazionali; era necessario anche un occhio nuovo che potesse registrare i territori inesplorati e che riportasse sulla Terra l’immagine di se stessa. E fu così che la NASA mise in cantiere l’occhio digitale.

Qualsiasi video o immagine che catturiamo con le attuali macchine fotografiche e smartphone nasce in principio nei laboratori della NASA. La maggior parte dei sensori digitali dei nostri piccoli dispositivi sono i figli di quella tecnologia pensata per documentare le missioni interplanetarie. Le immagini, ormai a noi così familiari, dell’Universo, dell’uomo sulla Luna, della Terra e delle stelle provengono dall’archivio del laboratorio americano. Una della più famose fotografie catturate dal telescopio spaziale Hubble, ci mostra colonne di gas interstellare e polveri visibili nella nebulosa Eagle e titola ‘I Pilastri della Creazione’.
L’archivio fotografico della NASA è a tutti gli effetti un capolavoro epico in cui per la prima volta l’Universo viene materialmente creato, non solo immaginato, per i nostri occhi.

The Universe Makers di Bianca Salvo è un progetto che ci porta nel cuore di quell’ archivio che in realtà è un occhio, quello Occidentale, lanciato nello Spazio.
Le fotografie storiche che l’artista seleziona e ci ripresenta a prima vista ci confortano: sono immagini compiacenti di astronauti, pezzi di tecnologia avveniristica e corpi celesti di ogni genere a cui noi rispondiamo con grande complicità e familiarità. Ad un’osservazione più attenta si comincia tuttavia ad intuire la presenza di una falla che ci spinge subdolamente nel territorio del dubbio. Quando non è più possibile separare l’informazione contenuta nell’immagine dalla sua aura mitologica comprendiamo che non è la neutralità dei fatti ciò a cui ci atteniamo. Non è più l’attestazione dell’evento ma lo spettacolo della sua messa in scena ciò che cerchiamo. Non è solo il dato oggettivo della scienza ciò a cui crediamo bensì alla sua promessa di conquista di nuovi mondi.
Quale narrativa si crea quando il potere persuasivo dei mass media e quello ordinatore della scienza si sovrappongono prendendo la forma dell’archivio storico?
A quale verità e a che modello di civiltà crediamo quando scegliamo il progresso scientifico e tecnologico come religione?

Un’ immagine ricorrente in The Universe Makers è quella di folle di uomini e donne a testa in sù intenti a scrutare la volta del cielo non più in attesa di un segno divino o di una forza naturale, ma di una manifestazione umana. Allo stesso modo chiunque consulti le immagini dell’archivio della NASA, sia quelle storiche che quelle delle più recenti missioni su Marte, dovrebbe ricordarsi che è alla presenza di una ricostruzione dei fatti di matrice culturale, in cui realtà e fantascienza coincidono. Quando parliamo della storia dell’uomo nello Spazio e fantastichiamo su possibili insediamenti su Marte lo facciamo attraverso il filtro occidentale. Quando guardiamo il cielo e immaginiamo mondi possibili stiamo guardando un cielo Americano. Quando crediamo di vedere oltre i nostri occhi, noi vediamo con un occhio solo: l’occhio Americano.

 

 

Bianca Salvo (*1986) è un’artista visiva italiana che vive e lavora tra l’Italia e il Sud America. Si diploma nel 2010 in Fotografia e Arti Visive presso l’Istituto Europeo di Design di Milano e nel 2012 consegue un Master in Fotografia presso il London College of Communication di Londra. Ha esposto in Italia e all’estero in diverse mostre collettive: From North to South:The Archive as a Connective Map (SiFestOff16, Rimini, 2016), Shifting Focus (Kunstquartier Bethanien, Berlino, 2016), Il ritratto (Galleria San Fedele, Milano, 2015), 97 Collettiva Giovani Artisti (Fondazione Bevilacqua la Masa, Venezia, 2013), Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee (Fondazione Francesco Fabbri, Pieve di Soligo, 2013), The End (Miami Public Library, Miami Art Basel, Miami, 2012). Vincitrice della borsa di studio Chromaluxe per Lucie Foundation, Los Angeles, 2018, recentemente si classifica finalista con il suo libro “Time and Again” per il Kassel Dummy Award 2018 e l’ Unseen Dummy Award 2017. Il suo lavoro è stato pubblicato in diversi magazine on-line quali: GUP Magazine (2018), YET Magazine (2017), Archive Collective Magazine (2017). Dal 2013 al 2017 è stata docente di ricerca creativa in fotografia presso l’Istituto Europeo di Design di Milano.
www.biancasalvo.it